martedì 19 aprile 2016

Sogno.

Ci incontriamo
su treni polverosi notturni,
svaporando
su purriginose vette di valli incantate
per poi riapparire
dietro a fusti di salici piangenti
ingobbiti dal vento.

lunedì 1 febbraio 2016

Routine al pomodoro.

Cucinerò degli spaghetti al pomodoro.
Un piatto semplice che mi rassicura. Rassicura anche te ed è un po’ come mangiare qualcosa di speciale ,anche stasera, che è lunedì. Una sera che non amiamo particolarmente ma che sentiamo più amica dopo cena. Quando io lavo i piatti e tu vai a buttare l’immondizia ma la gatta vorrebbe giocare. Allora, quando risali le lanci il topolino di pezza, ancora mentre indossi il giaccone in piedi davanti alla porta, ancora con le scarpe addosso ed io sbuffo e ti dico di toglierle quelle scarpe che il pavimento è pulito ed intanto la gatta corre a prenderlo il topolino colorato, corre come una matta mentre l’altra vi osserva severa, appallottolata sul cucino arancione della sedia in cucina. Dovremmo cambiarli questi cuscini, pieni di peli che dopo lavati non diventano mai chiari ma rimangono sempre impregnati di peli bianchi e neri e dorati. Neanche con la spazzola, o l’aspirapolvere vengono puliti. Dovremmo anche comprare una cassettiera e qualche bella pianta per abbellire il salotto, abbiamo tante volte detto che un benjamin si, ci starebbe proprio bene, darebbe quel tocco di verde che manca ma poi, puntualmente, quando è sabato ed abbiamo tempo di scegliere insieme, ci pare che quei soldi forse è meglio tenerli, tecnicamente risparmiarli, che la pianta e la cassettiera ed i cuscini possono, tutto sommato aspettare, anche se poi li spendiamo, ogni mese, fra tele e libri, colori e musica, maglioni dai colori caldi e qualche bottiglia di vino decente. Risparmiamo un pochino o ci illudiamo di farlo per poi fare qualche viaggetto, tenendo da parte, nella mente,  il viaggio grande , quello della vita e ci diciamo che in fondo, adesso come adesso, vorremmo andare in troppi posti che non sapremmo dove andare. Ma lo faremo quel viaggio quando sentiremo che il momento è giusto, quando saremo in grado di sentire un desiderio che da sogno si fa realtà. Un desiderio covato, davvero desiderato, un desiderio lavorato, sudato come quello di tuo nonno che per tutta la vita ha anelato il Canada, e quando, pensionato, con tutti i soldi racimolati nell’arco della sua vita da caporeparto di fabbrica tessile, finalmente ci è andato, ha addirittura tenuto un piccolo diario, che poi erano semplici note ma  in bella calligrafia, e descriveva la forma ed il prezzo dei biglietti del bus e di che colore era il cielo, e la banchina degli autobus, ed il marciapiede. Le differenze del cibo e gli orari dei treni. Tutto scritto, tre settimane lunghe una vita, tutto scritto a mo’ di appunto, senza presunzione e quasi pudore e noi, quando, lo abbiamo scoperto per caso, trovando quel libricino dentro il comò di tuo padre quando stavamo dai tuoi in vacanza e tuo padre voleva dormire nella stanza del computer e ci ha lasciato il suo letto, con il crocifisso, la bibbia, quei due maglioni e la cyclette, ci siamo commossi ma abbiamo tenuto il segreto e riposto il diario nel cassetto e ci ha pervaso la dolcezza e ci siamo messi in mente, simultaneamente e senza dircelo,  questa storia, di doverlo lavorare il desiderio. 
Il sugo è sul fuoco da un po’, ho tempo per una doccia veloce, per struccarmi, per infilarmi i pantaloni del pigiama ed aspettarti, come sempre. E sbufferò perché cammini per  casa con le scarpe anche stasera,  solo per non farti sentire che sono felice ma tu lo saprai, che lo sono e lo sarai anche tu per via degli spaghetti che fanno sentire a casa. 

lunedì 23 novembre 2015

Lunedì.

Un altro lunedì e servirebbe un'altra tazza di caffè,
il prato più verde, un po' di neve,
alcuni pensieri diversi.
Ancora lunedi, e il bassotto grasso abbaia come sempre,
la padrona non saluta, vedo più gambe e piedi in città, che volti.
Un altro lunedi e servirebbe un po' di clemenza da dio
per far si che la domenica non finisca cosi. Subito.
(Anche se era noiosa.)

lunedì 9 novembre 2015

Le cose

Ci circondiamo di cose, 
vestiti, tazze, coperte, piatti, pettini, quaderni, scarpe, scartoffie, penne, borse, attaccapanni.
Vorremmo più cose e, più ne abbiamo e
più ne vorremmo.
Cose per abbellire, riempire, svuotare, creare. Cose per poi ritrovarsi a fare il decluttering, la pulizia totale.
I soldi comprano cose che diventano - solo- più cose che possediamo, solo più cose da tenere, organizzare. Cose da conservare, da ammirare, indossasre, regalare. Cose da dimenticare per non scordarsi di accmulare più cose.
Possediamo cose ed il nostro io diviene una cosa, fra tante.

Oggi, voglio vivere senza cose. Senza pensare alle cose, senza curarmi di loro.
Senza esser(ci)...e. 

giovedì 24 settembre 2015

Autunno

Benvenuto autunno,
benvenuto!

Mi piace il tuo colore, le foglie variopinte sul selciato, questo cielo grigio che stinge e si ritinge di azzurro, fugace.
Mi accoccolo sul divano con la mia tazza di tè ed i calzettoni, con i primi spifferi d'aria, che passando sotto gli stipiti delle porte e delle finestre, soffiano via l'arsura dell'estate, i colori scintillanti, gli orizzonti infiniti.
Ora, ci possiamo stringere un po' di più, camminare ingobbiti e avvolti dalle prime sciarpe, ascoltare il tintinnare delle gocce di pioggia sugli ombrelli; possiamo sbucciare le castagne, sorbire da ciotole profonde, zuppe colorate e dense.

Possiamo lasciarci andare: un po' come  le foglie stanche; dondolare e cadere, per recuperare i passi, il ritmo e ascoltare la nostalgia.

Photo taken from Flickr: https://www.flickr.com/photos/question_everything/4107359250 - OAK AND ASH. 



lunedì 21 settembre 2015

Domenica



Abbiamo visitato quel piccolo paesino in cima al lago, celato dietro ad una grotta, al culmiare di una strada, alternatamente, a senso unico. Ho guidato lentamente, chilometro dopo chilometro, memore dei nostri viaggi estivi nelle terre silenziose, verdi e grigie.

Dell'Italia, a volte, mi irrita tanta immacolata bellezza.
Questi gioiellini nascosti che si ebiscono con irruenza, quasi senza riverenza al visitatore che vi giunge, ignaro di tali scorci e colori.

Una domenica, l'ultima di questa estate, per celebrare il viaggio ed i colori che ad esso, sempre, vi si accompagnano.


venerdì 18 settembre 2015

Presenze

la sera si fa lunga
come i suoi passi
li sento
li senti
li ignoriamo per quella piccola regola
che abbiamo
che non si hanno orecchie per sentire
ciò che non si vede.

il gatto avanza
passi lunghi, felpati.
Si ritira.
E' una femmina.
La chiamiamo gatto.
E' un "gato".
Dici tu.

vorresti appoggiare la testa su di me
metterla al sicuro
forse in mezzo al mio seno
una carezza magari
ma ho le mani che puzzano di disinfettante
e gli occhi stanchi.

mi dici
cosa?
"sono vecchia"
-rispondo-
sorridi a metà.

c'è qualcosa
dev'essere quel vaso aperto
che avevamo sigillato,
quell'aria funesta,
lieve,
inevitabile,
che è uscita.

non crediamo alle premonizioni
per cui
ti versi un altro bicchiere di vino
mi verso un altro bicchiere di vino.

siamo inebriati
di vino
di aria
di niente.